Viaggi. Per qualcuno significa organisazzione di trasporti, valigie, fare la coda davanti ai musei. Io non vado piu neanche nelle cathedrali delle città che sto visitando. Ho uno zaino e prendo i miei bigletti non tanto per visitare nuovi luoghi, che per incontrare gente o andare in una caffeteria o ancora semplicemente assiedermi su un prato in mezza a la folla sempre cambiante, sempre attiva come il plasma di una sostanza strariempita di energia che è lo strato umano nelle città. Sono a Berlino per la seconda volta in 6 mesi, fatto che è sopratutto interessante per la differenza della esperienza che sto vivendo. La stessa città, i stessi contatti ma avrei potuto andare dall’altro lato del mondo e magari non mi avesse cambiato tanto. Il mio scopo la prima volta, era di capire una relazione romantica che stavo vivendo, conoscendo una città che era stata molto importante per la persona per cui l’avevo sentito. Mi sono concentrato sulla storia di ricostruzione, di cambiamento di personalità che racconta questa città, che mi pareva un parallelo a come questo sentimento inaspettato ha influenzato la mia propria personalità. Questa volta sono venuto seguente l’invitazione di un’amica, per scoprire ristoranti, osservare specificamente l’autunno qui ed esperimentare con la libertà di vivere al mio ritmo,  cosa che paradossalmente sembra piu facile circondato dallo sconosciuto e l’insolito, che a casa sua. Per essere onesto, viaggiare mi turba abbastanza prima di comminciare. Non voglio assolutamente uscire da casa per tanto tempo, diventare vittima di scelta dallo stress, le malattie, la malinconia della separazione e l’eccitazione quando si fa il primo contatto con i sconosciuti. Lo faccio, perché anche la mia compagna, mi pare, vuole et riquiede questo spazio per lei stessa. Lei voleva passare una settimana con un amico, con cui si è costruita una vicinanza di mente ammirabile, che però non si potrebbe sviluppare in mia presenza. È una strana situzione, ma capisco questa voglia di cercare l’ispirazione meglio di un qualsiasi concetto di coppia tradizionale e non mi sono mai sentito così vicino a lei, come adesso che stiamo introducendo una specie di distanza controllata ogni tanto tra noi. Questo style di vita ha qualcosa di desueto con briciole di spreco. So che è stato in moda, anzi l’ideale intelletuale nel passato. Il flanneur de Beaudelaire, gli autori del Kaffeehaus di Vienna, i poeti della beat generation o della cina antica. Superficialmente si tratta di spendere soldi per vivere come si potrebbe vivere anche a casa, ma non è vero. Non si potrebbe. È una cosa disgustosamente privilegiata, bisogna soldi da buttare al vento, bisogna la voglia di bruciare billetti invece d’investirli. E che cosa si guadagna? Un punto di vista raro sulla vita, la societa, il mondo, perche per una ragione o un’altra, non c’è tanta gente che lo condivide. Io credo che un’artista deve osservare il suo proprio tempo, dal suo proprio punto di vista per dire agli altri qualcosa che intuiscono ma cui non attribuiscono tanta importanza. Per me questo aspetto di commodo ma empatico, sta diventando sempre di più, una giustificazione per le mie attività. Per esempio, tant’arte è fatta sull’amore, sia aggressiva, per esprimere frustrazione, sia superficiale, descrivendo il processo come una specie di vittoria militare o perlomeno un processo che prende fine al momento della creazione di una coppia. Quasi nessuno parla dall’immensa energia mentale e fisica che si riceve dall essere inamorato. Nessuno dice, come conoscere qualcuno, adattando i suoi sentimenti secondo gli aspetti sui quali si sta focalizzando la nostra mente, dall’amore cieco fino all’apparizione di una persona reale con forze e debolezze crea migliore storie di ogni film, oppure come si può attivamente cercare aspetti della personalità di qualcun d’altro, il potenziale dormente, che si sveglia solo perché uno ha questa forza d’ispirazione anche da dare a una persona che si inamora con noi. Camminando per un quartiere residenziale di Berlino, l’odore dolciastro delle folie che hanno comminciato a cadere delle castagne e platane. Bevendo caffe, mangiando e sopratutto chiacchierando con coetanei si ha queste pensieri. Si dice che gente sceglie di aver un cane che le assomiglia anche fisicamente. Penso che uno si sceglie anche viaggi che ci assomigliano. Ho previsto di fare cerchi attraverso l’europa in treno, affinché tracciare questo cerchio diventa l’esperienza principale. Je tourne en rond, come si dice in francese quando non si sa che cosa si sta facendo, quando l’obiettivo non sta chiaro. Questo viaggio mi corresponde, ma tutto come per misurare l’arco del cerchio occorre una ciffra infinita, seguendolo anch’io sto facendo tante esperienze in più di ciò che mi avessi aspettato.